giovedì 31 agosto 2017

Sardegna in bicicletta

Sarà la volta buona?

Da anni, ormai, si parla di ciclovie in Sardegna: progetti, finanziamenti erogati o non erogati, protocolli d'intesa, etc... 
Oggi si ha la notizia che il ministro Franceschini conferma la progettazione e realizzazione della ciclovia della Sardegna.
Un progetto che porterebbe alla creazione di 4 ciclovie: 2 assi che, parallelamente da costa a costa, percorrono da nord a sud la Sardegna e 2 orizzontali di congiunzione.
Presumibilmente percorsi di spiccato interesse turistico, che attraversano città ricche di monumenti o zone di interesse naturalistico, storico e culturale. Questo è l'augurio.
“Le ciclovie sono determinanti per dare vita a un modello di sviluppo sostenibile e diffuso capace di governare la crescita dei flussi turistici. Non a caso il primo obiettivo del piano strategico del turismo è investire su nuovi percorsi in grado di attrarre quel turismo di qualità che contribuisce al benessere economico e sociale del territorio”.  Dario Franceschini, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo -
Sebbene i flussi turistici non siano "governati" dai modelli di sviluppo sostenibile ma da molteplici variabili (tra cui il facile accesso ai mezzi di trasporto, che in Sardegna sembrano "governati" da contro-interessi di altro genere), concordiamo sull'importanza dell'investimento sul turismo di qualità e sul turismo in generale, dal momento che la qualità è data dal prodotto offerto.

Per quanto riguarda il progetto, su cui la Sardegna spera ormai da anni, sono previste appunto una ciclovia che tra Alghero e Cagliari, una tra Alghero e Santa Teresa di Gallura, la terza da Santa Teresa di Gallura a Cagliari e una quarta che collega Macomer a Dorgali. 
Saranno stati presi in considerazione determinanti quali traffico, quantità di ombra sul percorso, ricezione delle linee telefoniche, possibilità di incontrare, lungo il percorso, fonti di approvvigionamento di acqua o cibo, servizi di informazioni, pronto soccorso, etc.?
Dal momento che forse è la volta buona, non svegliamo il can che dorme ma incrociamo le dita affinchè vengano prese tutte le misure del caso e affinchè si diffonda (e si incentivi la diffusione di) una cultura del rispetto del ciclista e di servizi ad esso dedicati.


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