sabato 2 aprile 2016

L'impatto del referendum del 17 Aprile

Murale strada Magomadas 
A breve scadenza avrà luogo il referendum del 17 aprile che come al solito, oltre ad essere formulato in maniera quasi incomprensibile e a rischio di fraintendimenti, non viene spiegato con chiarezza. Inoltre, il governo come anche altri organismi (in questo caso molti sindacati), invitano la popolazione a non andare a votare con vari pretesti, più o meno risibili. Se volessimo fare polemica, potremmo aggiungere che sarebbe l'unico ambito in cui ancora siamo chiamati a dare il nostro voto e parere, dato che negli ultimi anni non ci è stato permesso neanche di votare i rappresentanti al governo. 
Ciò che sta particolarmente a cuore alla nostra associazione è lo sviluppo di un turismo sostenibile, quindi anche l'educazione a un senso civico e ambientale in senso lato. Quale miglior argomento se non le trivellazioni nel Mar Mediterraneo?
Ciò che si dice...
...è che è un referendum contro le trivelle, accentuando il grado di confusione "Vota SI contro le trivelle".
Ciò che non si dice...
... è che il referendum non abolirà tutte le trivellazioni 
.... che non verranno effettuate le future trivellazioni, né che bloccherà quelle esistenti.

Facciamo un po' di chiarezza: tuttora vi sono circa 70 punti di intervento nel Mediterraneo. Solo 22 sono entro 12 miglia dalla costa e il referendum riguarda SOLO queste. Purtroppo, ma sempre meglio di niente!
La concessione data alle compagnie di trivellazione dura 30 anni, rinnovabile per altri 10 anni.
La novità: Il provvedimento del governo Renzi, cioè la norma inserita nella legge di stabilità, dice che anche quando il periodo concesso finisce, l’attività può continuare fino a che il giacimento non si esaurisce.
Su cosa si discute? Sul rinnovo delle concessioni alle suddette compagnie. Ergo, non sulle concessioni già avviate, che potranno proseguire fino al raggiungimento dei 30 anni.

Non si citano, inoltre, i rischi e i reali danni all'ambiente marino, terrestre, alle biodiversità, danni e le conseguenze sull'inquinamento, sulla salute dei cittadini e sull'economia, basti pensare all'attività della pesca o delle escursioni in mare. Ancora danni a livello turistico delle aree interessate e sulle microeconomie connesse.
Non si tratta di propaganda politica, ma se anche così fosse, le varie comunità propongono valide alternative. In Sardegna, l'alternativa proposta è rappresentata dalla creazione di un parco marino, con tutte le note positive che ne deriverebbero, in termini di bellezza, salvaguardia, valorizzazione turistica e quindi economica.
Puntare sulle energie rinnovabili ad ampio spettro, in un'isola così ricca di venti, correnti marine, SOLE e produzioni e scarti di origine animale e biologico, si potrebbero sfruttare tutte le risorse a disposizione e creare molti più posti di lavoro, preservando la salute di tutti e senza intaccare l'ambiente, già ampiamente compromesso dagli obsoleti e impattanti sistemi "tradizionali" , idolatrati dal governo e dalle imprese interessate.

Come votare: Votare SI  in modo da non prolungare le concessioni oltre i 30 anni, per dirlo in parole povere. 

Questo il testo del referendum, a voi-noi - e non ai posteri - l'ardua sentenza:
"Volete voi che sia abrogato l’art. 6, comma 17, terzo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, ‘Norme in materia ambientale’, come sostituito dal comma 239 dell’art. 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208 ‘Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2016)’, limitatamente alle seguenti parole: ‘per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale’?”

Keywords: referendum, trivelle
Link: Articolo sull'Huffingtonpost di Isabella Pratesi.

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