Secondo David Cogswell (in "Effect of Instanbul Attack on Travel Remains Minimal", Travel Pulse www.travelpulse.com, 13 Gennaio 2016), gli attacchi sembrano avvenire nei luoghi dove gli americani preferiscono viaggiare.
La frequenza degli attacchi terroristici (in quanto gli stessi sono stati rivendicati dall'ISIS) condizioneranno, inevitabilmente, la psicologia della popolazione, dei viaggiatori e il settore dei viaggi. A confermarlo, nell'articolo di Cogswell, sono le interviste alla Mayflower Tours e alla Ya'lla Tours, che annunciano cali e cancellazioni delle prenotazioni per l'Europa.
In una linea diametralmente opposta si situano coloro i quali, facendo riferimento agli eventi del Settembre del 2001 in America, ritengono che gli attentati possano accadere ovunque.
Gli attacchi di oggi a Jakarta lo dimostrano: sei esplosioni, altre vittime colpite in luoghi comuni (stavolta uno Starbucks), una meta non Europea che si aggiungerà ai paesi con "livello di allerta".
Ci si chiede quali possano essere gli effetti per il turismo, quale psicologia prevarrà, quale sentimento vincerà. Memori dell'11 Settembre, si può affermare che il mondo dei viaggi venne intaccato e condizionato sotto ogni aspetto, ma la gente riprese presto a viaggiare, soltanto seguendo regole più ferree e sottoponendosi a più dettagliati controlli. I recenti attacchi di Parigi -destinazione più visitata al mondo- confermano che, nonostante un leggero calo delle prenotazioni, la meta resta comunque al top.
Riteniamo che gli effetti saranno temporanei: il turismo non si arresterà, probabilmente cambierà ulteriormente il modo di viaggiare, i mezzi, gli itinerari, o si punterà a destinazioni meno popolate e popolari.
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